giustificazionismo
[giu-sti-fi-ca-zio-nì-ʃmo]
s.m.
Tendenza a giustificare sempre e comunque atteggiamenti,
[giu-sti-fi-ca-zio-nì-ʃmo]
s.m.
Tendenza a giustificare sempre e comunque atteggiamenti,
azioni, comportamenti o eventi, anche se negativi
Quando andavo a scuola c'erano le VERIFICHE,
non ricordo la ricorrenza con cui si presentassero, nè ricordo i risultati che ottenevo.
Quello che mi ricordo è che SAPEVO
che c'è un motivo se una verifica
si chiama verifica.
E cioè che serve a
VERIFICARE
la tua preparazione.
E quindi non è importante
STUDIARE
per una verifica.
Se uno studia non deve
studiare per la verifica
ma deve studiare per se stesso.
SE STESSI
prima di tutti
e non le esigenze richieste
da insegnanti
maestre
che sono privi di criteri di valutazione oggettivi.
MI SPIEGO:
anche per loro è una verifica
e la loro maestra
non è altro che la società
così per come la conosciamo oggi.
Obbedisci ai canoni
se sarai conforme, sarai premiato
se sarai premiato, anche io lo sarò.
Ma chi ci premia? La società.
E in base a cosa? Chi lo sa.
E' questa l'origine
del mio giustificazionismo estremo.
Con queste iperboli
riesco a prendermi per il culo da solo
riesco a NON FARE
quello che la persone ritengono
debba essere fatto.
Non importa il voto che ho preso
alle elementari o con la gente
in simpatia
o in vittorie.
Sono tutte verifiche
devo mettere in mano ad ALTRI il mio valore?
L'unica cosa che conta sono io
e quello che io PENSO di me.
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