Ho scritto pensieri con le ali
perchè potessero volar via dalle vostre mani ingorde,
lontani dalla vostra ingordigia di aver già capito.
Dalla vostra superficialità.
Ho scritto ciò che pensavo davvero
solo se dopo potevo distruggerlo.
L'ho custodito gelosamente, lontano da tutti.
Ho fatto pensieri orribili, e li ho lasciati scivolare sopra di me,
non sapendo che si sarebbe aggrappati con tutta la loro forza,
e che i loro artigli avrebbero lasciato cicatrici indelebili.
Ho fatto sogni strani, e sono stato sulla torre di babele.
Ma c'ero solo io e tutte quelle lingue diverse.
Mi sono allontanato dalle mie radici più che potevo,
e gli ho sputato
e le ho insultate,
non sapevo che sarei stato in balia del vento.
Ho guardato dentro di me
ma non ho visto niente.
Di luce ce n'è poca,
e non ho voluto che i miei occhi si abituassero:
Il sole mi avrebbe fatto male.
Ho combattuto per la libertà
ma mi sono ritrovato prigioniero lo stesso.
E tutte le cose più belle
le ho scritte nell'aria
lontano dalla mia testa piena di voi,
lontano da voi,
lunedì 3 maggio 2010
sabato 24 aprile 2010
la notte, l'edera e l'uva
Intorno, tutte le cose brillavano di esistenza propria.
Non c'ero io in quelle cose.
Sapete di cosa parlo?
La visione utilitaristica delle cose. L'uomo al centro del mondo.
Ecco, questa è la normalità.
Normalmente, vedo penso considero un'altra cosa in rapporto a me soltanto.
Quanto è lontana da me.
A cosa mi serve.
E' o non è mia.
Posso o non posso.
Mi è utile o meno.
No, no, no.
Non è per tutto questo che ci han dato il mondo. La cose sussistono di per sè,
il nostro egocentrismo non è che riflesso della corruzione della nostra natura animale.
Catapultati fuori dallo stato di natura, ci troviamo immersi in una folle corsa, guidata da quel burattinaio chimico che è il sistema della ricompensa.
Ogni giorno a correre dietro qualcosa, ci inventiamo desideri nuovi e come in una fiaba facciamo quelle scelte che sembrano portarci al lieto fine.
Ma il mondo non è mica nato per questo. Non è nato per assecondare quel viziaccio degli uomini, di intrufolarsi sempre da ogni parte.
Quasi in movimento ameboide, fagocitiamo al nostro interno tutto lo splendore della natura. Ricopriamo tutto col nostro visciudume.
Sporchi, viziati, malvagi e insensibili.
Persone.
Lascia che il mondo faccia il suo corso.
Smetti di ripensarti come termine ultimo di tutto ciò che ti tocca.
Smetti di desiderare, smetti di volere, smetti di pretendere.
Apri gli occhi e guardati intorno. Devi scappare dalla subordinazione al concetto, scappare dallo spazio e dal tempo.
Contaminiamo tutto quanto con la nostra ragione. Ah, se Socrate non fosse mai nato!
Corruttore di giovani, spirito Apollineo, sole marcio della ragione.
Dov'è finito Dioniso, dov'è il suo banchetto?
Non trovo più la gioa nella notte.
Non c'ero io in quelle cose.
Sapete di cosa parlo?
La visione utilitaristica delle cose. L'uomo al centro del mondo.
Ecco, questa è la normalità.
Normalmente, vedo penso considero un'altra cosa in rapporto a me soltanto.
Quanto è lontana da me.
A cosa mi serve.
E' o non è mia.
Posso o non posso.
Mi è utile o meno.
No, no, no.
Non è per tutto questo che ci han dato il mondo. La cose sussistono di per sè,
il nostro egocentrismo non è che riflesso della corruzione della nostra natura animale.
Catapultati fuori dallo stato di natura, ci troviamo immersi in una folle corsa, guidata da quel burattinaio chimico che è il sistema della ricompensa.
Ogni giorno a correre dietro qualcosa, ci inventiamo desideri nuovi e come in una fiaba facciamo quelle scelte che sembrano portarci al lieto fine.
Ma il mondo non è mica nato per questo. Non è nato per assecondare quel viziaccio degli uomini, di intrufolarsi sempre da ogni parte.
Quasi in movimento ameboide, fagocitiamo al nostro interno tutto lo splendore della natura. Ricopriamo tutto col nostro visciudume.
Sporchi, viziati, malvagi e insensibili.
Persone.
Lascia che il mondo faccia il suo corso.
Smetti di ripensarti come termine ultimo di tutto ciò che ti tocca.
Smetti di desiderare, smetti di volere, smetti di pretendere.
Apri gli occhi e guardati intorno. Devi scappare dalla subordinazione al concetto, scappare dallo spazio e dal tempo.
Contaminiamo tutto quanto con la nostra ragione. Ah, se Socrate non fosse mai nato!
Corruttore di giovani, spirito Apollineo, sole marcio della ragione.
Dov'è finito Dioniso, dov'è il suo banchetto?
Non trovo più la gioa nella notte.
domenica 7 marzo 2010
Australia
C'è chi le rotonde le prende tutte a diritto senza mai guardarsi intorno, e ci siamo noi che le rotonde ci garba girarle, farle almeno due o tre volte. Così, per vedere un po che c'è, per essere sicuri di prendere la strada giusta. Solo che certe volte le indicazioni non si vedono bene, o proprio non ci sono. E allora succede che ci si perde. Cioè si rimane bloccati, si continua a girare e non si decide mai quale scegliere. E più che si gira, più è difficile decidere.
lettera da torino
Novembre la cornice
era rossa. A tratti
bronzea ed ocra la
nebbia, evanescente
si affacciava il volto
inespressivo nel grigio
del mattino.
era rossa. A tratti
bronzea ed ocra la
nebbia, evanescente
si affacciava il volto
inespressivo nel grigio
del mattino.
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