Il loro tutto per me è sempre una parte del tutto.
Avverto negli altri una sicurezza di cui mi sono sento deficitario.
Mi sono sempre sentito estraneo alla comunità degli uomini: all'organicità del loro mondo.
E fino alla quinta superiore pensavo di essere sbagliato.
Non potete comunicare, perchè il vostro mondo è ristretto e fittizio.
Non capite i libri,
non capite gli extracomunitari,
non capite i film
nè le parole dei politici.
Non capite nè l'arte, nè la poesia, nè la vita.
Soprattutto non vi capite. Non vi siete mai guardati da dentro e da fuori. Non avete mai, cristo di dio, provato a valutare l'importanza dei vostri criteri di giudizio (verso voi stessi).
E' inutile.. non capite vero?
Io,
ho solo bozze scartate, riviste, rivalutate, smarrite e ritrovate per poi essere stracciate.
Loro,
un disegno finito, colorato e ripassato. Qualcuno più bello, qualcuno un po meno.
Competizione, arrivare primi.
Forse ho passato un ventennio a chiedermi perchè.
Mentre gli altri hanno pensato ad arrivare primi.
Per cosa? Per sfottere chi è rimasto indietro?
Per sentirsi meglio? Per non avere rimpianti? Perchè gli sembrava giusto? Perchè quello è il loro mondo?
E io?
Sono rimasto indietro a guardare dove andavano quegli altri?
O forse sono uscito dal tracciato per andare a vedere CHE COSA ALTRO C'E'?
Probabilmente abbiamo perso lo stesso tempo ma loro si trovano con qualcosa in mano e io no.
Io ho visto i loro disegni.
Nessuno ha visto i miei.
Dire che la mia disgrazia mi è propria solo perchè non mi sono venduto al mondo mi sembra troppo pretenzioso. Ma nemmeno del tutto sbagliato.
La mia è in una certa misura negazione.
La negazione può nascere solo dalla consapevolezza. Non si può rigettare ciò di cui non si ha coscienza. Ad esempio, un animale, non può negare la sua natura animalesca perchè è questa che lo determina nella realtà circostante. In ogni suo modo. Questo è il suo disegno. Ed è ciò che di più giusto ci si può aspettare da lui.
Come si fa ad avere coscienza?
Con il distacco, la divisione, la scissione.
Ci vogliono 2 occhi: uno rivolto su di se, e uno sul mondo circostante. Come mai alcune persone sono spinte a questo, ed altre no?
C'è chi direbbe che tutto questo è determinato soltanto da le esperienze vissute in passato, forse una di quelle studentesse di psicologia.
Ma non è solo questo.
E' fondamentale conoscere se stessi prima di tutto. Solo dopo si posso dare dei principi. Se non parte da te stesso la tua conoscenza non è altro che imitazione.
Termine che è anche sinonimo di scimmiottare, che rimanda alla natura dei primati.
I primati si tirano la merda. Nel senso che si lanciano feci vicendevolmente.
Imitare un sistema di valori nella propria vita è tutto ciò che la maggior parte delle persone fa.
L'esempio lo prende dalla famiglia, dagli uomini del passato, dalle sovrastrutture in generale. A partire dalla scuola per passare dalla famiglia e finire in una sorta di buonismo postcristiano. Far propria un'organicità. Farsi parte di un tutto ristretto. Sì ristretto, ma in ogni caso compiuto. Un solo merdossimo disegno finito. Sensato. Perchè ha un senso attribuito. Nessuno se lo crea da solo il proprio mondo,
altrimenti sarebbe solo.
E nessuno lo guarda tutto,
perchè sarebbe solo lo stesso.
Questo significa dare per scontato, saltare un passaggio.
Come se di punto in bianco senza nemmeno pulirmi il culo con la carta igenica mi mettessi a sedere sul bidet. Certe volte accade senza rendersene conto.
Mi spiego,
una certezza è un dogma che non solo si applica alla vita, ma che in misura non trascurabile agisce e modifica la nostra percezione di ciò che ci sta intorno.
Un sistema di valori è un agglomerato di certezze che viene riproposto nell'ambito istituzionale/sociale. Che ci rende schiavi del sistema stesso, perchè se questo venisse meno perderemmo il significato (attribuito e non reale) della nostra vita.
E cosa è questa schiavitù se non l'inconsapevolezza (più o meno, dentro di noi, voluta)?
Ringraziamo tutti l'incosapevolezza che non ci permette di negare il senso della nostra vita.
Perchè se così non fosse rimarremmo senza un disegno.
Immaginate che la salute non sia realmente importante. Immaginate che il vostro volere bene e amare le persone sia soltanto ipocrisia. Immaginate che i vostri gusti estetici siano un'approssimazione o una maschera di ciò che ritenete bello, di ciò che vi piace veramente. Immaginate che l'essere simpatici non sia che il riflesso dell'ostentazione del proprio desiderio di applausi. Immaginate che il pensare di essere migliori di per se significhi essere peggiore. Immaginate che non sia giusto disprezzare nessuno, perchè nessuno può giudicare obiettivamente. Immaginate che non sia giusto apprezzare nessuno, perchè nessuno può giudicare obiettivamente.